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È una storia che nasce dalla fantasia dell'autrice quella di Olga, del piccolo Gabriele, di Piero e di Edith, una storia che riflette in sé ricordi e sensazioni di tutti coloro che hanno vissuto il dramma della deportazione e dell'Olocausto, una storia che comincia proprio con il ritorno di Piero, papà di Gabriele e marito di Edith, dai campi di concentramento. Il loro è un nuovo inizio, un riappropriarsi della normalità strappata via, attraverso la creazione di un nuovo nucleo familiare che ha il suo fulcro nella "nonna adottiva" Olga. Un percorso non facile e non breve, specie considerando che non v'è più notizia di Edith. Bianca Maria Piatti sfrutta lo spunto offerto dalla narrazione romanzata per rendere la sua opera un motivo di approfondimento su diversi temi - specie degli eventi dell'Antico Testamento mostrando come anche coloro che non sono stati toccati direttamente dalla tragedia della deportazione perché di religione non ebraica possano fare tesoro della millenaria cultura di un popolo.
