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"'L'Uomo Nero' è la storia di una donna in carriera, unica figlia di un grandissimo uomo di affari che continua la tradizione paterna. D'un tratto a questa donna si presenta attraverso i vetri di una finestra del suo grattacielo un uomo rozzo e incolto che fa appunto il lavavetri. È per lei una specie di vocazione irresistibile, rappresenta l'Uomo Nero delle sue favole infantili, un uomo che l'attira e la respinge allo stesso tempo. Attraverso di lui, vuole possedere e demonizzare anche gli ancestrali sogni e tabù della sua giovinezza. Non riesce mai a liberarsene perché inconsciamente è attratta dalla sua vita precedente. Alla fine decide di innalzarlo al suo livello che però è allo stesso tempo un modo sottile per togliergli le sue caratteristiche e la sua unicità, per spegnerlo, in fondo per ucciderlo. Metaforicamente, questo libro adombra il passaggio delle classi più povere ad una società che consuma soltanto e non ha altra ideologia che la ricchezza materiale e il consumo. Ma la rapidità di questo passaggio finisce per distruggere l'Uomo Nero." (dalla prefazione di Giorgio Capitani)