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I calendari figurati del Medioevo tendono a evocare cristianamente, oltre al trascorrere ciclico del tempo, anche la funzione redentrice e salvifica del lavoro. Vi si rappresentano sotto varie forme le attività rurali che i contadini svolgono nel corso dell'anno. Solo al mese di Maggio viene riservato un ruolo che compete esclusivamente alla classe dei nobili e dei cavalieri: quello del riposo dalle incombenze agricole. Maggio rappresenta la primavera espressa nel pieno rigoglio della natura e nel risveglio della passione amorosa, ma diventa anche figura della nobiltà a cui spettano privilegi e doveri e a cui un codice deontologico impone l'uso della "courtoisie" nei confronti della donna amata vista poeticamente come fiore.