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Il meno noto e, forse, il meno studiato dei romanzi di Luigi Pirandello, "Suo marito", e il più celebre e importante di quelli di Italo Svevo, "La coscienza di Zeno", mettono in scena non solo e non tanto l'irreversibile crisi in atto dell'istituto matrimoniale. Con essi, piuttosto, la narrativa italiana primonovecentesca descrive al suo massimo grado di espressività gli effetti del mito-equivoco del «matrimonio d'amore». In questo volume l'analisi della rappresentazione letteraria dell'interno coniugale offre una sorte di fermo immagine, quasi a segnare il momento di passaggio tra l'epilogo di un'epoca e l'inizio di una nuova stagione, più complessa e articolata.