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L'esperimento è inedito, per una media di una poesia al giorno, 50 per stagione, per diretta osservazione, ma il risultato o è nell'estasi o non c'è. Il plein air è noto, quel che muta è un clima di strana attrazione, perché quando una cosa viene osservata, resta nelle condizioni della nostra stessa osservazione: è il nostro stesso atto dell'osservare che impone una ben definita forma alla cosa. Il problema infatti diventa presto quello della misura, ma solo dopo quello delle combinazioni. Quando una cosa viene osservata sa che noi l'abbiamo osservata e resta nelle condizioni della nostra stessa osservazione, ed è il nostro stesso atto dell'osservare che impone una ben definita forma alla cosa e al mondo della cosa. Funziona tutto bene e funziona così: i diversi stati, le ampiezze e le sovrapposizioni si miscelano, si crea così il possibile che non è mai stato e non è ancora.